Sa Cursa a Puddas

Ottimo lavoro

16/02/2018 - Ufficio Del Sindaco

Importante risultato di pubblico all’edizione 2018 di “sa Cursa a puddas”. La manifestazione equestre è in crescita e ha tutte le potenzialità per assumere una rilevanza territoriale.

L’Amministrazione Comunale esprime il proprio plauso all’associazione “Cadderis Iscanesos” per il prezioso lavoro svolto a beneficio di tutta la comunità.

A àteros annos mezus!


Quando la sinfonia argentina de “sas iscrìglias” e lo scalpitio ritmico degli zoccoli invadono le vie umide del borgo antico, a Scano di Montiferro la tradizione prende forma e colore: è tempo di “cursa a puddas”, tradizionale giostra equestre carnevalesca. L’origine di questo torneo è medioevale e si inserisce nel più ampio contesto della cultura militare e cavalleresca europea come ars ludica propedeutica alla guerra. Nel comune montiferrino, infatti, è testimoniata la presenza dei cavalieri Ospitalieri dell’ordine di San Giovanni di Gerusalemme (Condaghe di San Nicola di Trullas, XII° secolo), monaci combattenti che avevano nella vicina San Leonardo de Siete Fuentes la sede dei propri interessi. A Scano di Montiferro l’uomo e il cavallo, dunque, vantano un’amicizia antica. Una lunga strada, percorsa sempre assieme, fatta di "àrdias" e di lotte, di feste e di lavoro. "Ruinde e pesande", si usa dire tra queste montagne, "cadendo e rialzandosi", come se la vita stessa fosse una bella cavalcata e il cavallo simbolo bizzoso della nostra esistenza. L’ammiraglio della Marina Britannica Wiliam Henry Smith, profondo conoscitore dell’Isola di Sardegna, disse: “lo Scanese è affabile, furbo e coraggioso”. Parte considerevole di questa audacia, di questa nobiltà d’animo si può facilmente ricondurre al rapporto empatico che, ancora oggi, sa tenere lo Scanese visceralmente ancorato alla sella del suo amico animale, simbolo orgoglioso della sua storia di popolo, rappresentazione plastica della sua identità comunitaria. Scanesi furono i fondatori della festa di San Costantino di Sedilo, per tanti anni “obreris mazores” della più celebre e spericolata “àrdia” della nostra Isola. Scanesi introdussero sul Monte Arci una razza particolare di cavallini di piccola taglia, sos cadditos de Margangioi, forti e resistenti: "Pare che quei cavallini fossero originari del Montiferru e che fossero stati importati a Morgongiori da un ricco feudatario di quei paesi (Scano di Montiferro), trasferitosi in quel villaggio" (Morgongiori alla falde di Monte Arci, Tigellio Contu, Editrice Fossataro). Ogni qual volta sa Carrela de Maramadau ospita le sfrenate incursioni dei nostri cavalieri la nostra identità si rinnova, sfrecciando sicura verso il futuro.

"Sa Cursa a puddas",

vi aspettiamo.