Cenni storici

Cenni storici sul paese di Scano Montiferro

Il comune di Scano è situato nel Montiferru, non lontano dalla costa occidentale della Sardegna, tra Bosa e Oristano a 380 metri sul livello del mare. Fu popolato fin da epoca preistorica come dimostrano i ritrovamenti nel suo territorio di Domus de janas e Tombe dei giganti oltre alla presenza di numerosi insediamenti nuragici.

In età medioevale la villa di Scano fece parte della curatoria del Montiferru, nel Giudicato di Torres e successivamente, nel 1259, con la morte della giudicessa Adelasia, la curatoria fu annessa al Giudicato di Arborea. Nel 1410 la villa passò agli aragonesi e nel 1421 fu inglobata nei territori infeudati ai nobili catalani Zatrillas, signori del Montiferru. Il feudo, accresciutosi in maniera consistente, assunse prima il titolo di Contea di Cuglieri e poi quello di Marchesato di Sietefuentes e quindi diviso fra Marchesia e Francesca Zatrillas che mantenne il titolo marchionale. Intorno alla metà del XVII secolo troviamo ancora la villa di Scano compresa nei territori del Marchesato.

In seguito alle vicende relative all'assassinio del vicerè Camarassa che videro coinvolta la Marchesa nell'omicidio del marito, Agostino di Castelvì, il feudo fu confiscato dalla Corona nel 1669. Negli anni che seguirono la villa di Scano fu oggetto di scambio nelle molteplici divisioni e assegnazioni di territori tra famiglie di nobili feudatari. Nel 1834 venne assegnata ai Quesada ai quali venne definitivamente riscattata nel 1838. Nel 1821 fu inclusa nella provincia di Cuglieri; nel 1848, abolite le province e istituiti i comuni, Scano fu compreso nella divisione amministrativa di Nuoro e, in seguito, con R.D. 3702/1859, nella provincia di Cagliari, circondario di Oristano e mandamento di Cuglieri. Con l'istituzione della provincia di Oristano, decretata con L. 16/07/1974, n. 306, Scano Montiferro entrò a far parte di tale provincia.

Sotto il profilo istituzionale il comune di Scano di Montiferro, così come tutti i comuni rurali della Sardegna, trae origine dalle primitive forme di autogoverno comunitario evolutesi nella forma della villa e successivamente regolamentata con R.E. 25/09/1771 con il quale fu istituito il consiglio comunitativo.

Nel 1848, in seguito alla fusione del Regno di Sardegna con gli Stati di terraferma, il soggetto rappresentativo delle comunità fu inquadrato nell'ordinamento delle istituzioni locali come comune, ente morale con amministrazione autonoma stabilita per legge.