Pedras Doladas

La tomba dei giganti

01/10/2018 - Ufficio Del Sindaco

La tomba è costruita in opera isodoma con fronte a filari. Il corpo tombale, tozzo e simmetrico, absidato, si rastrema leggermente ad ampia esedra semicircolare marginata da sedili, esposta a SSE. Del monumento, in basalto del luogo, si conservano il filare di base del corpo centrale e del vano funerario, parte delle lastre di base del prospetto e del bancone sedile e buona parte della copertura estradossale ad archi monolitici. Numerosi conci sono stati riutilizzati come materiale costruttivo per i muri di recinzione del fondo. 
Il corpo centrale, che include il vano funerario, è lungo m 8,40; la larghezza passa da m 5,60 nel punto di raccordo con le ali dell'esedra a m 4,20 nella parte terminale. Lo spessore murario, a doppio paramento, è di m 1,92 nelle pareti laterali e m 2,90 al centro dell'abside. Il profilo esterno, ben individuabile nel corpo centrale, è costituito - lungo le fiancate - da lastre ben saldate. Le ali dell'esedra sono interrotte, nel lato destro, dal moderno muro di recinzione. Del braccio sinistro si conservano tre lastre per complessivi m 3 e due nell'ala opposta per m 2,70. Alla base si notano tracce di un bancone sedile con due pietre residue combacianti nell'ala sinistra (m 0,80 x 0,40 x 0,38 di altezza; m 0,84 x 0,36 x 0,40 di altezza) e una destra (m 0,80 x 0,36 x 0,35 di altezza). Il portello d'ingresso, in asse con la camera, di luce quadrangolare, strombato verso l'interno (0,46/0,40 x 66,5 nel prospetto), è costituito da due coppie allineate di piedritti, uno per parte, che mostrano nella parte superiore una risega delimitata anteriormente da un bordo sulla quale poggiava l'architrave. In tempi recenti, sul portello, è stata appoggiata una lastra di forma trapezoidale appartenente al paramento esterno del monumento. 
Il vano funerario, di pianta leggermente trapezoidale con la base maggiore verso l'ingresso (m 0,80/0,85 x 5,40), è delimitato lateralmente da sei ortostati per parte (m 0,75) e da una lastra residua nella parete fondale (m 0,55). Anche in questi conci, finemente lavorati, è presente - nella faccia superiore - una risega d'appoggio per le lastre superiori. 
Della copertura estradossale del monumento si conservano cinque conci internamente cavi, lunghi da m 0,74 a 1,62, ad arco a tutto sesto leggermente rialzato nel profilo esterno e ad arco ribassato nell'intradosso. Il monumento era segnato da betili conici piuttosto tozzi, due dei quali sono stati inseriti nel moderno muro di recinzione. Un terzo betilo conico di piccole dimensioni con base piana ellittica e sezione piano convessa giace fra i conci sparsi nella zona absidale. 
La sepoltura è databile al Bronzo Medio–Bronzo Recente. 
 

Come arrivare
Si può raggiungere percorrendo per km 2 la SP 78 che unisce Scano Montiferro con il Monte Sant'Antonio di Macomer fino ad una cava di graniglia. Da qui, volgendoci a E, si percorre per 800 metri una strada sterrata fino ad uno spiazzo. Si procede quindi a piedi lungo il sentiero che, dopo aver attraversato il Riu Semus, porta alla collina di Pedras Doladas dove è la cappella di "Tutti i Santi", costruita nel 1966, 7 metri a S della tomba. 

Il contesto ambientale
La sepoltura si trova sulla sommità di una collina, a poche centinaia di metri dai nuraghi Porcos e Altoriu, nel Montiferru, regione della Sardegna centro-orientale. 


Bibliografia
G. Lilliu, "Nuovi templi a pozzo della Sardegna nuragica", in Studi Sardi, XIV-XV, I, 1958; 
G. Lilliu, La civiltà dei Sardi dal paleolitico all'età dei nuraghi, Torino, Nuova ERI, 1988; 
C. Bittichesu, "Tomba di giganti di Pedras Doladas (Scano di Montiferro , Oristano)", in Studi in onore di Ercole Contu, a cura di P. Melis, Sassari, EDES, 2003.